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Maurizio Bellucci “artisticamente” nasce due volte.

La prima coincide con la partecipazione al gruppo “Arti Visive” di Piombino,  frequentando un corso di pittura e disegno e successivamente uno di incisione.

La tecnica usata per la realizzazione delle opere è colori ad olio per temi figurativi monocromatici su tela e di graffiati su tavola.

I temi sviluppati sono generalmente figurativi in ambienti surreali oppure in spazi non delineati. Salta agli occhi la ricerca di un linguaggio personale, ricerca indirizzata verso l’esaltazione dell’immagine, evidenziandone la profondità mediante forti contrasti di colore ed incisioni eseguite sulla tavola.

Successivamente dopo un lungo periodo di “letargo” il risveglio artistico.

Certi eventi nella vita coincidono spesso con avvenimenti significativi che, accompagnati da prese di coscienza e da decisioni importanti, possono anche dare una svolta.

Nel caso del Bellucci non è dato sapere, ma la molla scatta.

Emerge allora una spinta molto forte a comunicare con gli altri, ma ancora più importante con sé stesso, nascono così i primi lavori.

La tecnica è mista con uso di colori acrilici, smalti e stucchi,  è  una pittura informale dove il colore è l’attore principale, esplosioni con girandole di “Soli di vento” dove i colori sono gettati sulla tavola con effetti di luci che orbitano su uno spazio indefinito.

Dello stesso periodo sono le “Cascate”:  tavole su cui sono raffigurate, in modo essenziale, con  colori improbabili, cascate d’acqua “ …dove volti che passano, sguardi che si soffermano..”  .

Successivamente si verifica il passaggio alla rappresentazione di temi figurativi e paesaggistici in cui la tecnica rimane ancorata al periodo informale e le vernici sono buttate sulla tavola senza indecisioni. I contrasti sono forti, ma pur essendo una pittura di getto, l’effetto cromatico nel suo insieme è ricercato e voluto, i tratti di pennello sono netti e decisi e i gessi manifestano il carattere aspro dei sentimenti e delle emozioni che suscitano.

I paesaggi sono solo scorci in cui la rappresentazione è netta ed essenziale, dove le foglie sono girandole di colori in continuo movimento, non mosse dal vento, ma dalle emozioni provate dal pittore in un perfetto equilibrio tra la natura ed il senso dell’essere.

 

 

 

 

 

 

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